Di che cosa parliamo quando parliamo di Patto con il lettore?
Vi siete mai resi conto che dall’altra parte della pagina c’è una persona che vi legge?
Senza spaventarvi troppo, vogliamo dirvi che, insomma, quella persona lì esiste ed è fondamentale per voi (e per noi), perché l’atto di leggere è il corrispettivo dialettico (no panic!) dell’atto di scrivere: l’uno non può esistere senza l’altro. Semplificando al massimo: si scrive perché si venga letti e dunque l’atto di scrivere ha senso solo se c’è poi qualcuno o qualcuna che legga.
Ma quindi cos’è?
Quando si legge un libro avviene un fatto sorprendente: chi legge (anche il più complottista!) si fida di chi scrive, ossia: crede a quello che legge senza farsi troppe domande, sospendendo le proprie facoltà critiche e accettando come se fosse vera la storia raccontata (anche se sa bene che non lo è).
Ne hanno scritto Coleridge, Umberto Eco e Grosser, ma in realtà la riflessione sul ruolo del lettore e della lettrice nella creazione dell’Opera attraversa gran parte della critica novecentesca fino ai giorni nostri.
Grandi poteri, grandi responsabilità
Beh, lo sappiamo, nessun patto è unilaterale e, per quanto sia molto gratificante pensare che chi legge si fidi ciecamente di chi scrive, occorre rendersi conto della responsabilità di cui si viene investiti quando si scrive. Ebbene sì, grandi poteri implicano grandi responsabilità, per Spiderman ma anche per chi scrive (con buona pace dello zio Ben).
A quali santi votarsi
Chi si accinge a scrivere un’Opera narrativa deve allora impegnarsi perché la storia risulti credibile, e per farlo ha due santi a cui deve votarsi: Verosimiglianza e Coerenza.
Ad esempio, se la storia è ambientata nel West, sarebbe strano se il protagonista arrivasse in limousine. O in aereo.
O ancora: se a parlare è un ragazzo di dodici anni, non attribuitegli tutta l’introspezione e la profondità e la supponenza di un cinquantenne (questo proprio ve lo chiediamo in ginocchio)!
E ultimo, ma non per importanza: attenzione a dosare i dettagli e le descrizioni. Ricordate la regola aurea della pistola di Čechov? Se in un romanzo compare una pistola, quella pistola deve sparare.
Writers have the power!
Ricordatevi sempre e abbiate pietà di chi vi legge: la sua pazienza non è infinita.
Un consiglio soprattutto per il vostro finale: se state scrivendo un giallo, alla fine chi ha letto tutte le vostre pagine vorrà sapere chi è l’assassino.
Ricordatevi di dare a chi legge ciò per cui ha letto tutte le vostre pagine… finiscono i grandi amori… anche la fiducia può dunque esaurirsi.
La fiducia è un potere: sappiatela usare senza abusarne.
Il prossimo argomento trattato sarà l’Editing.
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